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Jobs Act, studio Uil: oltre 6000 euro alle imprese che assumono e licenziano dopo un anno



Con gli sgravi contributivi previsti nella legge di stabilità assumere conviene. Ma con gli indennizzi che si ipotizzano nei decreti attuativi del Jobs Act licenziare dopo l'assunzione rischia di convenire ancora di più. È il calcolo fatto dal Servizio Politiche Territoriali della Uil, in uno studio citato oggi da Repubblica, che riporta come il saldo netto tra i benefici incassati dagli imprenditori per assumere con il nuovo contratto a tutele crescenti e gli importi da pagare in caso di licenziamento illegittimo può arrivare a oltre 6.600 euro. In altre parole, imprenditori in malafede potrebbero sfruttare lo sgravio varato dal governo, assumendo e licenziando nell'arco di un solo anno, assicurandosi un cospicuo beneficio economico.

I calcoli della Uil tengono conto non solo degli oltre 8000 euro garantiti a neoassunti ma anche al taglio Irap introdotto nella manovra e riferiti ai soli assunti a tempo indeterminato. Nella fattispecie, il "bonus" inidiretto varia dai 2.895 euro per chi percepisce un reddito annuo da 12 mila euro ad un massimo di 6.628 euro per i redditi da 25 mila euro.



Il caso, va detto, va considerato più in teoria che in pratica. Da un lato perché il costo che l'impresa sostiene per ogni contratto a tempo indeterminato resta sostanzioso, il saldo reale cioè tra quanto l'impresa spenderebbe per ogni lavoratore assunto e licenziato nell'arco dei dodici mesi, sarebbe ovviamente negativo, pur beneficiando di una maggiore forza lavoro. Impensabile quindi che un'azienda che non avesse bisogno di aumentare l'organico, decidesse di ricorrere a questo stratagemma per incassare il bonus contributivo. Dall'altro, se è vero che gli sgravi contributivi introdotti dal governo non sono condizionati ad alcuna assunzione, è anche vero che sono previsti per i soli contratti attivati nel 2015. Un imprenditore "!disonesto" che volesse quindi licenziare un lavoratore il 31 dicembre 2015 per poi sostituirlo con uno nuovo il 1 gennaio dell'anno successivo, si vedrebbe privato degli 8000 euro che gli spetterebbero invece se avesse mantenuto il lavoratore licenziato. Infine, l'importo dell'indennizzo in caso di licenziamenti illegittimo, è ancora allo studio del governo che è al lavoro per la scrittura dei decreti attuativi. Non è da escludere infine, come riporta oggi il Sole 24 Ore, che il governo stabilisca comunque una soglia minima di indennizzo, tra le 3 e le sei mensilità. In questo caso, la differenza tra quanto previsto dagli sgravi e quanto da pagare per il licenziamento sarebbe molto più ridotta, e in alcuni casi praticamente nulla.

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